AltrAfrica: “lavori in corso”
di M.Pia Caprini
Il progetto AltrAfrica, che lo scorso anno consisteva in un’iniziativa educativa a favore delle minori ospiti della nostra comunità, da quest’anno avvia anche un progetto di cooperazione allo sviluppo, combinando insieme le due attività .
Abbiamo dovuto lasciare trascorrere un anno, dalla scorsa missione 2014, a causa dell’epidemia di Ebola che ha colpito l’Africa occidentale e che solo recentemente viene data per definitivamente contenuta; il Benin non ne era stato colpito, ma non potevamo certo esporre a rischi i volontari.
Siamo partiti in 11 persone il 29 marzo, tornati il 13 aprile : tra noi c’erano educatori, medici, ragazze della comunità “Minerva” e volontari de “L’Abbraccio”, l’associazione di Fubine con cui collaboriamo che a Sokponta’ e’ attiva da quasi dieci anni con la costruzione di una scuola, di un ospedale pediatrico e ora di un’azienda agricola.
È’ stata un viaggio molto intenso, sia dal punto di vista del lavoro svolto che delle relazioni intrecciate con le persone del villaggio; ecco, in sintesi, cosa abbiamo fatto:
- Abbiamo lavorato 4 giorni nel villaggio Ouissi per effettuare le visite mediche: Martina e Francesca, i due medici del gruppo, sono state supportate nel lavoro da tutti gli altri. Le ragazze della comunità hanno gestito la distribuzione di farmaci secondo le prescrizioni, io e M.Carla ci siamo alternate nell’ambulatorio, Mauro e Giuseppe si sono occupati di gestire gli accessi alle visite, Paolo ed Elena hanno documentato ogni minuto di lavoro.
- Abbiamo lavorato con il gruppo indipendente di donne cui “L’Abbraccio” ha donato un forno elettrico ed una impastatrice: insieme abbiamo preparato la focaccia per il giorno della festa di Pasqua, scambiando esperienze, competenze e costruendo rapporti di scambio con le donne che ci hanno ospitato nella loro “boulangerie”. Il giorno della festa, tutto è stato distribuito nella piazza, sopratutto ai bambini.
- Abbiamo partecipato alla festa del villaggio, in collina: un evento straordinario, che valorizza la forte caratteristica sincretica delle religioni locali. Tutti gli abitanti, indipendentemente dall’appartenenza religiosa, partecipano alle feste organizzate dalle singole confessioni, evidenziando una capacità di integrazione davvero confortante. Balli, musica e spettacoli in cui si mescolano e contaminano tradizione locale e modernità globale, in un mix che ci ha lasciato spesso sorpresi per la partecipazione di tutti e ci ha anche coinvolto.
- Abbiamo lavorato nell’ospedale pediatrico: i medici hanno affiancato l’equipe di lavoro nelle visite, il resto del gruppo ha lavorato alla manutenzione dell’ambulanza e al l’allestimento e pulizia dei locali destinati al reparto maternità, che verrà inaugurato il mese prossimo.
- Ci siamo concessi un paio di gite, un giorno nell’antica capitale Abomey ( dove con i medici ho anche visitato un ospedale psichiatrico) ed un giorno al Gran Popo, meravigliosa località sull’oceano; un giorno siamo andati sul fiume Oueme’ per vedere gli ippopotami e un pomeriggio nei dintorni di Sokponta’ per vedere un piccolo lago di ninfee o il panorama dall’alto delle colline.
- Mauro Carosio, come antropologo, ha avuto molti incontri di ricerca e approfondimento della cultura locale, dei diversi sistemi di credenze che regolano la vita nei villaggi, partecipato anche ad un festival della cultura tradizionale organizzato a Dassa’ ( una cittadina vicina) con estensioni degli incontri anche in un piccolo centro culturale esistente a Sokponta’.
- I volontari Paolo ed Elena hanno attraversato tutte queste attività anche sostenendo la propria, quella di fotografi professionisti: ore e ore di riprese, interviste, foto che verranno organizzate in brevi documentari o video sull’esperienza, sulle attività dell’Abbraccio, sui progetti che come cooperativa contribuiremo a costruire con i partner locali.
- Ho partecipato a diversi incontri con il gruppo di lavoro che si sta creando nel villaggio, con lo scopo di precisare contenuti, priorità, costi e preventivi di alcuni progetti in definizione che coinvolgono l’intera comunità locale: il sostegno scolastico ai giovani in difficoltà perché costretti a lavorare già molto piccoli nei campi, la connessione internet per migliorare la comunicazione con l’ospedale, la scuola e con tutto il villaggio. Ho incontrato direttori e professori della scuola pubblica, tecnici di Cotonou venuti per valutare il lavoro necessario per procurare la connessione, medici dell’ospedale interessati a precisare le loro esigenze in merito, il tutto sempre accompagnata da sr. Eulalie, Aline o da sr. Valdelucia, impegnate in prima persona da anni con l’Abbraccio.
Non resta che presentare il progetto di sviluppo che è stato ipotizzato con i nostri collaboratori, farlo crescere ed attirare nuove risorse per svilupparlo: verrà pubblicato la prossima settimana.